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Channel: Retail – Gdoweek
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Il coraggio di scegliere e tagliare

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Mi sono interrogata su che cosa significhi oggi il termine “bazar” per una catena della distribuzione e, devo ammettere che non ho trovato una risposta precisa. Da tempo sono spariti  i “bazar”, quelli veri, gli stand alone, e non per scelta, ma per mancanza di vera specializzazione e nel contempo incapacità di vendere a prezzi realmente concorrenziali. Sembrerebbe che l’interpretazione più corretta del bazar oggi in Italia la stiano dando i discount con le loro offerte a quantità limitata e a prezzi “affare”. Declinazioni europee del modello di business di Costco che, negli Stati Uniti, fidelizza i clienti a colpi di “novità” settimanali, non comunicate tramite volantino (volutamente) proprio per garantire la sorpresa. Per il bazar tradizionale con le sue merci che vanno dal casalingo, al giocattolo, passando per l’intimo e l’edicola, è tempo di scegliere che cosa vuole fare da grande ciò che è servizio, quanto deve diventare specialità e a quanto sia necessario rinunciare. Tutto sotto lo stesso tetto non ha più senso, nel momento in cui dentro a uno smartphone c’è l’offerta di Amazon, di eBay, di Alibaba.

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Che fine ha fatto il bazar?

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Alcune insegne lo hanno fortemente ridimensionato per offerta e spazi, minacciate dai category killer e da una redditività non esaltante. Altre ne hanno fatto un tratto distintivo del posizionamento per differenziarsi dalla concorrenza e  attrarre il consumatore. Stiamo parlando del bazar, l’area che comprende prodotti non food, accessori per la casa, utensileria e altre categorie minori -circa 50 secondo la definizione tradizionale- e che è stata o pensionata, in particolare nei nuovi format di superficie media con un posizionamento medio-alto e un forte sbilanciamento verso il food; oppure fortemente ridimensionata, soprattutto negli ipermercati. Tuttavia, in una situazione di mercato che vede un ritorno al segno più di tutto il comparto non food (secondo l’Osservatorio 2016 non food di Gs1 Italia le vendite hanno fatto segnare un +1,4%, con punte di +6% per alcuni segmenti come i giocattoli), il reparto bazar torna ad avere una maggiore importanza, anche n funzione identitaria per le insegne, in particolare nel canale discount e negli ipermercati di nuova generazione. “La tendenza è di andare verso una serie di mondi specializzati con selezione più qualitativa, ma abbordabile, e una maggiore attrattività dei banchi -spiega Jean David Schapiro, responsabile bazar Carrefour Italia-. Per competere con gli specialisti e i pureplayer la gdo deve lavorare su innovazione e cross-canalità”. “In uno scenario nel quale alcune catene della gdo hanno rinunciato al reparto non food, mentre altre lo hanno ridotto notevolmente, noi lo abbiamo incrementato, gestendolo in modo attento: alla fine i risultati sono stati positivi e concreti -dichiara Anna Campanile, direttore marketing e acquisti non food Md Spa-. Abbiamo sempre tenuto ben presente che il reparto non food è difficile per tanti motivi, dalla mancanza di spazi adeguati alla rotazione dei prodotti, alle rotture di stock, ma se gestito con passione e professionalità resta un reparto che può fare la differenza e diventare un vero punto di forza”. Proprio dal discount arrivano le migliori notizie per quanto riguarda il bazar, come conferma Eduardo Tursi, amministratore delegato acquisti di Lidl Italia “Gli articoli non food sono una parte importante del nostro format e sono tra le offerte più attrattive che l’azienda propone alla clientela -spiega Tursi-. Il reparto ha acquisito negli anni una sempre maggiore rilevanza, beneficiando anche del nuovo layout dei punti di vendita di ultima generazione: una struttura più funzionale, con corsie più spaziose e una disposizione dei prodotti visivamente più efficace, che contribuisce a rendere ancora più intuitiva l’esperienza d’acquisto. Abbiamo adattato la nostra offerta per rispondere alle esigenze dei clienti, dando vita a un comparto dinamico, ricco di novità e sempre più in linea con le richieste del mercato italiano”. Evoluzione dell’offerta non food e adattamento alle richieste sono fattori chiave per mantenere la redditività: “Nel corso degli anni questo settore si è sviluppato, incrementando le referenze -aggiunge Anna Campanile-. Attualmente, con il nuovo format Md, lo spazio dedicato al non food e al bazar è stato ulteriormente valorizzato, perché lo consideriamo  da  sempre  strategico: la sua evoluzione all’interno dei nostri punti di vendita è stata graduale. Oggi proponiamo tanti articoli che vanno dai casalinghi, all’elettronica di consumo, fino agli elettrodomestici (bianco e nero) e l’aspetto più interessante per il cliente resta sempre l’ottimo  rapporto  qualità/prezzo”. La  convenienza su articoli di buona qualità, proposti  a  prezzi  più  vantaggiosi  rispetto  ai negozi specializzati, rende più competitiva la gdo generalista anche in settori specialistici come fai da te e giardinaggio. “I clienti sono consapevoli di trovare nei nostri punti di vendita ottimi articoli  dal  punto  di  vista della qualità, senza rinunciare alla convenienza -prosegue Eduardo Tursi-. Un altro fattore che incide in misura notevole è la varietà di referenze offerte: spaziamo dall’abbigliamento per bambini, al fai da te, fino ad arrivare ai casalinghi e al giardinaggio”. Ampiezza e varietà dell’assortimento devono tener conto  della  stagionalità, delle ricorrenze e di  una  particolare  cura  nella  scelta  di  articoli  per  soddisfare  le  esigenze della clientela. “L’assortimento va ria in media ogni 15 giorni -aggiungono da Md-. Sul volantino vengono proposti articoli di tutte le categorie: tessile casa, abbigliamento sportivo, accessori per la cucina, arredamento da esterni e tanto altro ancora. In questo contesto, sono cruciali la gestione delle giacenze e la rotazione della merce”. Quali le soluzioni a livello di visual e di esposizione? “Si tratta prevalentemente di promozioni, esposte in aree dedicate, per rendere i prodotti immediatamente riconoscibili alla clientela -spiega Tursi-. In questo modo, il comparto arricchisce la nostra offerta, facendo sì che l’insegna sia percepita come punto di riferimento per la spesa dei consumatori, un luogo dove trovare articoli che soddisfino tutte le loro necessità. In tal senso, l’importanza del comparto cresce di anno in anno, grazie alla qualità e all’originalità dei prodotti proposti”. Diverso l’approccio degli ipermercati. Il dimagrimento assortimentale e la rimodulazione dell’offerta intrapresi da numerose insegne per ridare nuovo smalto a questa formula, si sono spesso concentrati sul bazar, accusato di scarsa redditività, incalzato dall’offerta delle grandi superfici specializzate non food e da un’eccessiva dipendenza delle vendite promozionali/stagionali, come il ritorno a scuola o il Natale. Alla ricomposizione dell’offerta si è accompagnata una rimodulazione degli spazi a favore dei segmenti più performanti, oltre a una profonda rivisitazione del layout e del visual per uscire dal ghetto del reparto non attrattivo o dello scaffale di difficile leggibilità. Proprio il bazar leggero, che comprende giocattoli, casalinghi o cancelleria, risulta essere il più delicato sotto il profilo dell’evoluzione dello scaffale e del visual merchandising, in particolare per aumentare la comprensione e la velocità di approccio del consumatore, aiutando anche le vendite d’impulso. La ricetta che i retailer stanno utilizzando in questo format prevede un miglioramento e uno svecchiamento della comunicazione sul punto di vendita, così com’è già accaduto per le grandi superfici di nuova generazione, che hanno visto un profondo rinnovamento del reparto, in particolare nell’area del bazar pesante, con l’elettronica di consumo e gli elettrodomestici a guidare questa evoluzione; che ha la tecnologia come media comunicativo sempre più utilizzato: in particolare l’uso di schermi e chioschi interattivi che trasmettono video, ha l’obiettivo di ingaggiare il consumatore attraverso una dimostrazione di utilizzo del prodotto. Una “socializzazione” della comunicazione sul punto di vendita che coglie il trend in atto nella pubblicazione online di tutorial che illustrano caratteristiche e benefit dei prodotti. In questo scenario ci sono state comunque insegne che hanno portato una ventata di innovazione in quest’area, mostrando approcci e modelli molto distintivi. Come Carrefour nell’ipermercato di Carugate prima e di Nichelino poi, lavorando sia sul fronte dell’assortimento che del merchandising. “Abbiamo rivisitato i nostri assortimenti categoria per categoria, guardando non solo al mondo della gdo, ma anche degli specialisti e dei pure player -conferma Jean David Schapiro, responsabile bazar Carrefour Italia-. Abbiamo costruito un’offerta moderna alzando il livello di gamma. Un grande sforzo è stato fatto sul modo di presentare i nostri prodotti, una parte integrante del valore aggiunto che portiamo ai nostri clienti e ai nostri fornitori. Ci siamo ispirati ai migliori specialisti per innovare sul merchandising e abbiamo impiantato corner innovativi, per esempio sul mondo dei materassi”. Per Carrefour il bazar è molto largo e comprende molte categorie, di cui le principali sono la ferramenta, il casalingo, la cartoleria, la cultura, il giocattolo, il giardino e l’auto. “Gestiamo due flussi totalmente diversi di assortimenti: da un lato, quello permanente, con un’offerta stabile tutto l’anno che viene animato con le promozioni; dall’altro, lo stagionale, che “sposa” la richiesta del momento e gioca un ruolo molto importante come destinazione, attirando clienti all’interno dei nostri negozi”.

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Pimkie conferma il suo new look ad Adigeo

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Pimkie, una delle più note catene di abbigliamento fast fashion, rafforza la presenza sul mercato italiano con il nuovo negozio di Verona, nel centro commerciale Adigeo. Con l’imminente (30 marzo) inaugurazione del nuovo negozio (170 mq), nella galleria di Adigeo, l’insegna francese conferma la nuova immagine del suo formato sulla falsariga di quanto già realizzato con gli “store” di Orio al Serio (Bg), Lonato (Brescia), Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena), Beinasco (Torino), Roncadelle (Bs), Novate Milanese (Milano), Bologna, Torino, Cagliari, Modena, Sassari e Roma Tuscolana.
Verona riprodurrà il concept presentato per la prima volta in Italia a Milano nel settembre 2015 con il restyling del flagship store di via Torino (foto), caratterizzato da pavimenti e soffitti in legno, arredamento in stile industriale e “ceiling lighting” (illuminazione a soffitto), la cosiddetta “Via Lattea”, che crea un percorso preferenziale per lo shopping.
L’immagine del punto di vendita rispecchia a sua volta il nuovo pubblico di riferimento: “donne giovani, libere di scegliere e di lasciarsi ispirare dalle tendenze, sempre connesse e attente al cambiamento”.
Pimkie ha in Italia 85 punti di vendita di cui 32 già con il nuovo concept. La strategia di restyling dei punti di vendita strategici si concluderà entro il 2017.

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Bata lancia il format 2.0

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Bata Bologna esterno

Nuova immagine per Bata, l’insegna di calzature, che rinnova lo store di Bologna, di via Indipendenza 42. Il negozio è stato riaperto al pubblico dopo un restyling che lo ha reso più moderno. Il nuovo format vuole coniugare tradizione e innovazione.

Il negozio, esteso su 193 mq, propone una nuova struttura espositiva delle shop windows in Bata bolognacui sono stati inseriti led luminosi che espongono il prodotto e contemporaneamente trasmettono contenuti multimediali promozionali.  Lo spazio dello store è suddiviso in diversi poli in cui il bianco e il rosso sono i colori dominanti. Dopo l’ingresso è stata realizzata l’induction area, il primo ambiente del negozio realizzato per accogliere il consumer, in cui Bata presenta la collezione Donna giovane e trendy.

Segue l’area shoemaker che  permette di valorizzare il prodotto maschile con caratteristiche di artigianalità, made in Italy e soprattutto pellami pregiati. La novità è lo Shoewall sport per la prima volta presente nei negozi di questo cluster.  Si aggiunge sempre nel focal point in fondo alla boutique l’area bambino, dedicata ai più piccoli.

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Despar Nordest: è il territorio la nostra guida

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“Siamo un’azienda concreta e attenta all’innovazione, alle logiche del futuro. Siamo cresciuti così, senza ostentazioni, credendo che l’esempio migliore siano i fatti: come avere aperto negli ultimi mesi del 2016 5 negozi diretti (2 Despar a Venezia, 2 Eurospar a Udine e 1 Interspar a Parma), che rappresentano bene le aree strategiche sulle quali stiamo lavorando”. Francesco Montalvo, Ad di Despar Nordest di fresca nomina, racconta con orgoglio i risultati ottenuti (2,07 mld e il fatturato 2016) e gli obiettivi di medio periodo. “L’apertura degli store di Venezia ci gratifica per il valore aggiunto che caratterizza i progetti: due edifici inseriti in contesti storici, le cui realizzazioni hanno richiesto tempo, pensiero e risorse, ma che ci stanno dando grandi soddisfazioni”.
Cosa rappresenta in termini generali questo sbarco a Venezia?
La consapevolezza di riuscire a interpretare non solo i bisogni dei clienti internazionali, ma il territorio, in un contesto non facile. Una grande soddisfazione, che nasce dalla convinzione che soprattutto il Despar di Teatro Italia trasmetta uno dei veri valori della nostra insegna con un format adatto per i centri storici anche di altre città.
Quali i valori? E quale ruolo per l’impresa?
In termini di assortimento, si concretizzano nella forte attenzione al mondo del fresco, alla qualità e al servizio; a livello più strategico, significa far vivere i nostri supermercati, in maniera sostenibile, come luoghi di aggregazione e di educazione per una sana alimentazione. Questa è la mission dei retailer moderni, oltre che testare e innovare. Per noi questo vuol dire guidare i diversi format in funzione dei bisogni del territorio, delle persone che ci vivono e della concorrenza che vi opera. Qui secondo me si gioca la partita del futuro. Per questo, abbiamo il compito di sperimentare sempre nuove soluzioni, con l’obiettivo cardine di migliorare la resa al metro quadro.
Profittabilità fa rima con distintività e differenziazione delle insegne, quindi?
Essere  un’azienda  multicanale,  focalizzata  sulla prossimità con Despar e su supermercati e superstore con Eurospar e Interspar, tralasciando strategicamente gli ipermercati, ci dà maggiori spazi di manovra. L’importante è lavorare sapendo che ogni negozio va visto come la risposta puntuale a una certa situazione e a un determinato mercato.
La metratura non racconta più i negozi?
Non è una questione di definizioni: è il mercato che influenza le decisioni. E noi lavoriamo pensando ogni volta al territorio. Ci sono ovviamente dei punti fermi: focus sui freschi, ampio spazio al servizio, inteso come banchi assistiti e take away, qualità, convenienza. In aggiunta, stiamo testando esperienze di dlp, per dare strumenti adeguati ai nostri punti di vendita ubicati in zone e territori dove c’è un’alta presenza di discount o di category killer del prezzo. Le esperienze maturate finora ci suggeriscono di costruire soluzioni di supermercato sempre in linea con le esigenze dei territori nei quali operiamo, con una particolare attenzione all’Emilia-Romagna.
Quanto conta il direttore del negozio nella costruzione di un assortimento locale?
Nei limiti di un’azienda strutturata e centralizzata, ha la libertà di formulare tutte le proposte che ritiene utili per rispondere meglio alle esigenze di quel territorio. Non ha responsabilità su prezzo o assortimenti, ma sul contatto con il cliente: è la persona giusta per migliorare l’offerta di prodotto e servizio, in termini di aderenza al territorio.
State pensando anche all’online?
Anche in questo caso, dobbiamo guardare al territorio dove siamo presenti. Non siamo a
Milano e questo condiziona anche la gestione dell’eCommerce. Per ora siamo convinti che il click&collect (che stiamo testando con i nostri dipendenti in uno store vicino alla sede) possa rappresentare per alcuni pdv una soluzione corretta nella logica del servizio aggiuntivo. Inoltre, stiamo riflettendo sul ruolo del non food nel futuro: non c’è dubbio che alcuni settori merceologici in futuro non saranno più venduti negli store tradizionali. Ma la più grande ambizione rimane quella di utilizzare i nuovi strumenti digitali per migliorare la relazione con il cliente nei pdv fisici.
Strategie di sviluppo del prossimo futuro.
Continuare ad aprire sia store come quelli di Venezia nei centri città sia supermercati fino a 3.000 mq, in line con i bisogni dei nostri clienti.
In termini operativi cosa vuol dire?
Con l’obiettivo di fare i passi giusti al momento opportuno, vogliamo consolidare la presenza dove siamo forti, cioè in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige e Veneto.
In Emilia Romagna dove abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi in termini di sviluppo, il nostro fatturato è già cresciuto l’anno scorso del 10%, secondo le previsioni e vogliamo fare anche meglio quest’anno e vogliamo fare anche meglio quest’anno, in linea con il nostro piano triennale.
Prossime sfide, oltre allo sviluppo?
Continuare i progetti di educazione alimentare, come abbiamo fatto durante Despar Festival, ma soprattutto lavorare sulla semplificazione della lettura dello scaffale. In futuro non credo ci sarà spazio per così tanti prodotti, in un pdv, anche per una questione di tempo, oltre che per il rischio di rendere proposta assortimentale e posizionamento dell’insegna indecifrabili. Stiamo lavorando su più fronti per evitare questo: da un lato, raccogliendo le informazioni necessarie per costruire la nostra logica e il nostro pensiero di cluster, anche con il contributo dell’industria; dall’altro, spingendo i nostri category ad amare i prodotti, conoscerli, assaggiarli, se è possibile, e su questa base fondare la loro logica.

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Italiani propensi a sperimentare le novità

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Italiani sempre più sensibili nei confronti dei prodotti innovativi. A decretare questo sentiment è la ricerca realizzata da Iri per la dodicesima edizione di Eletto Prodotto dell’Anno, premio organizzato per il nostro Paese da Marketing e Innovazione Italia, che premia i prodotti più innovativi sul mercato italiano. L’86% dei consumatori è propenso a sperimentare prodotti nuovi: sono le donne a essere più sperimentatrici (91%) oltre a confermarsi tra i generi quello più sensibile all’innovazione (52%; +2% rispetto al totale della popolazione). L’orientamento dei consumatori vede al primo posto come driver di innovazione il rapporto qualità-prezzo (39%), seguito dalle aspettative di autenticità delle novità (proponga qualcosa di davvero nuovo 38%) e di semplificazione della vita (29%). Non mancano aspettative focalizzate sul rispetto per l’ambiente, sulla naturalità e sul made in Italy. La consapevolezza e la sensibilità ambientale degli italiani è cresciuta. Le famiglie prestano attenzione al risparmio e cercano di ridurre gli sprechi. Tutto ciò porta a maggiori opportunità per i prodotti e i servizi premium. Infatti gli italiani sono disposti a riconoscere un premium price, ma solo se il prodotto soddisfa pienamente le esigenze del consumatore (71%). Interessante anche osservare come i consumatori ricercano informazioni sulle novità: in epoca di social network e mobile, l’85% degli italiani cerca su internet le informazioni sui nuovi prodotti. Anche il passaparola di amici e parenti rappresenta un buon veicolo d’informazione: all’84% dei consumatori piace provare nuovi prodotti consigliati dalla propria cerchia di conoscenze.  Analizzando tutte le categorie merceolgiche dell’edizione 2017 del Premio, si può affermare che il benessere è il nuovo dogma degli italiani: è ampia, infatti, la presenza di superfoods,  snack salutistici, piatti pronti vegetariani, spremute 100% frutta, prodotti a base di aloe, prodotti senza olio di palma, formaggi bio ecc. Il logo Eletto Prodotto dell’Anno si conferma un codice di comunicazione riconosciuto che evidenzia la portata d’innovazione di un prodotto. Posto sulle confezioni, aumenta la propensione all’acquisto: il 71% degli italiani modificherebbe l’intenzione di acquisto se vedesse il logo su un prodotto alla luce del fatto che il premio viene assegnato in base alla scelta di oltre 12.000 consumatori. La sola scritta “nuovo” posta su un packaging cambierebbe l’orientamento all’acquisto per il 53% dei consumatori. Inoltre, sempre a detta dei consumatori, una pubblicità che reca il logo Eletto Prodotto dell’Anno è molto più credibile di una pubblicità in generale (79% contro il 46%).

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Si consolida l’insegna PetStore Conad

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Insegna PetStore Conad

La rete PetStore Conad si arricchisce con il sedicesimo negozio dell’insegna, che sarà inaugurato  lunedì 20 marzo alle ore 9 a Palermo in un contesto molto particolare, quello di Sanlorenzo Mercato in via San Lorenzo, un grande spazio ricavato in un’ex fabbrica di agrumi in cui sono presenti nove negozi per la vendita al dettaglio e il consumo in loco.

Il PetStore occupa una superficie di 260 mq e ha in assortimento circa 3.500 prodotti per cani, gatti, uccelli, piccoli mammiferi e pesci. Oltre ai consueti servizi per questa tipologia di punto di vendita, offre la toelettatura e la consegna a domicilio dei prodotti.

Il direttore generale di Conad Sicilia, Natale Lia, sottolinea: “Questo è il secondo PetStore in Il-dg-di-Sicilconad-MercurioSicilia; il primo è stato inaugurato la scorsa estate a Agrigento.  PetStore è un punto di vendita dedicato, funzionale, con un’offerta di prodotti di primo piano coniugati con gli abituali connotati di convenienza, qualità e sicurezza che caratterizzano la nostra insegna”.

 

 

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Amazon propone lo store per la Festa del papà

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festa-del-papà amazon

In occasione della festa del papà Amazon si attiva con una sezione dedicata all’interno del suo store virtuale. Per offrire varie possibilità di acquisto propone un’offerta che comprende 12 specifici focus che vanno dall’hi-tech alla moda, passando per il fai da te, i libri, lo sport, la musica, dalla cura della persona al cibo, e ancora prima infanzia, viaggi, giochi e film.

Per le consegne Amazon, insieme al Prime Now su Milano e 46 comuni dell’hinterland, propone anche il recente servizio Milkman, attivo nella città di Milano con consegne selezionabili in finestre fino a un’ora tra le 10 e le 22.

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Lidl riceve il Best Workplace

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Lidl

Great Place to Work Institute, l’istituto internazionale che individua le aziende capaci di creare un ambiente di lavoro eccellente, ha conferito a Lidl, per il terzo anno consecutivo, il riconoscimento di Best Workplace. L’insegna è l’unica insegna della gdo nella top 10 e si attesta al sesto posto in classifica, aumentando di una posizione rispetto all’anno scorso. Per individuare le aziende che possono rientrare nella classifica, ogni anno vengono intervistate a campione circa 40.000 collaboratori attraverso l’indagine Trust Index che analizza la fiducia accordata dai collaboratori all’azienda, il grado di orgoglio nei confronti dell’organizzazione e il livello di correttezza dei rapporti tra colleghi.

Roberto Eretta, amministratore delegato risorse umane di Lidl Italia, spiega: “Dinamismo e organizzazione caratterizzano il nostro ambiente di lavoro, con l’obiettivo di favorire una crescita personale e professionale. In particolare, nell’ultimo anno abbiamo dato maggior spazio alla comunicazione interna, una scelta supportata dallo sviluppo globale della rete intranet. Lidl ha sfruttato questo canale per condividere, spesso in anteprima, progetti e iniziative aziendali, nell’ottica di rendere il collaboratore ancora più consapevole e partecipe. Siamo sicuri che maggior coinvolgimento e trasparenza si riflettano anche sulla qualità del servizio offerto nei nostri punti di vendita”. Secondo quanto spiega l’azienda negli ultimi mesi Lidl ha esteso la propria rete intranet aziendale Anch’io a tutti i 600 negozi e 10 magazzini, attraverso l’installazione di terminali che permettono la rapida consultazione del portale. Un’implementazione che ha permesso di connettere simultaneamente gli oltre 12.000 collaboratori e di comunicare con loro in maniera più fluida e immediata.

 

 

 

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Diesel rivoluziona lo store di piazza San Babila

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Diesel piazza san Babila

Il nuovo retail concept Diesel, studiato a quattro mani dall’architetto Masamichi Katayama dello studio giapponese Wonderwall e dal direttore creativo di Diesel Nicola Formichetti, approda a Milano e rivoluziona il Diesel Planet di piazza San Babila, la struttura più grande dell’insegna (887 mq),  sviluppata su tre livelli uniti da una scalinata elicoidale in marmo nero Marquinia.

Il concept. Gli arredi sono vintage, sul pavimento sono stati sistemati tappeti persiani e i soffitti in legno si accostano a finiture che esprimono l’anima industrial del marchio come cemento grezzo, acciaio ossidato e legnami di recupero. Per l’esposizione del denim è stata realizzata un’installazione di acciaio inossidabile e vetro, che intende enfatizzare ogni singolo paio di denim. All’interno del Diesel Planet di Milano c’è anche il Bistrot Glorious Cafè di proprietà del gruppo Autogrill S.p.A, ideato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Unisg) con un’offerta gastronomica di prodotti selezionati, preparati secondo tradizione, con un’attenta ricerca per le eccellenze del territorio.

Esperienza di acquisto interattiva. Diesel lancia a Milano anche il nuovo modello di digital Diesel san babila internoretail: attraverso l’applicazione di tecnologie d’avanguardia sviluppate in collaborazione con H-Farm, l’incubatore di start up digitali, di cui la famiglia Rosso fa parte. L’esperienza di acquisto viene dunque arricchita di contenuti interattivi che forniscono informazioni sul prodotto come nel caso dei camerini 2.0 che raccontano al cliente le caratteristiche e i contenuti del singolo capo. I tavoli da lavoro, inoltre, sono di nuova generazione: tramite l’ausilio di tecnologie digitali d’avanguardia sono capaci di riconoscere autonomamente i capi che vi vengono avvicinati. Gli assistenti alla vendita a loro volta sono supportati dai nuovi devices smartphone Samsung Galaxy A5 per fornire informazioni sulle peculiarità di ogni modello e lavaggio.

 

 

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Sì con Te potenzia la presenza nelle Marche

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Inaugurazione Si Con Te SanBenedettodelTronto

Ce.Di. Marche, associata Selex, apre a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), un supermercato Sì con Te con una superficie di vendita di 750 mq e un’offerta di 7.750 referenze.

Il negozio apre sull’ortofrutta e chiude sui freschi con il reparto macelleria assistita. Lungo il percorso espositivo si trova il settore panetteria che offre una vasta gamma di prodotti locali, completata dalla doratura realizzata nel laboratorio, e subito dopo un banco gastronomia. Completa l’offerta un’ampia area dedicata alla cucina, realizzata internamente in un laboratorio a vista. Presente anche il banco pescheria che associa il servizio di preparazione di piatti pronti da cuocere o già pronti, come la classica frittura di pesce. Integra l’assortimento il settore non food. Il nuovo supermercato è dotato di quattro casse e impiega 18 persone, per la maggior parte residenti nel territorio di San Benedetto.

 

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Todis, una metamorfosi innovativa

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Nata nel 1995 (allora l’insegna era Topdì) all’interno del mondo Conad di Pac2000A, oggi Todis si sta evolvendo verso un concetto di discount sempre più soft, sviluppando in anni più recenti anche accordi con altre cooperative del mondo Conad: con Conad Adriaticoe Conad Sicilia, sono state create società partecipate, rispettivamente Addis e Sodisi, mentre con Conad Centro Nord si è utilizzata la leva del franchising. Todis ad oggi è presente in 11 regioni e conta 214 punti di vendita; è tra le prime 8 insegne discount in Italia (Nielsen like for like), con una quota di mercato che la collocano tra i primi due posti a Roma e nel Lazio. Circa tre anni fa è cominciato un processo di rinnovamento partito da una nuova concezione di store, segnato anche da un cambio dirigenziale, con l’arrivo di Massimiliano Rossi alla direzione commerciale e marketing nel 2013 e la nomina alla direzione generale nel 2016 di Massimo Lucentini, (già direttore Sviluppo e Tecnico), mentre è da pochissimo attiva anche la nuova squadra della Direzione Rete Vendite.
Cosa è cambiato e come vi presentate oggi?
Lucentini:  Da  un  posizionamento  tipico  da  hard discount, con libero servizio e un limitato numero di referenze, nel corso degli anni abbiamo inserito i freschissimi e i servizi tipici del supermercato (gastronomia, macelleria e pescheria, a vendita assistita, e ortofrutta sfusa all’ingresso). Mentre il nuovo management ha cambiato la politica commerciale per farci identificare più come insegna.
Rossi: Accanto alla revisione del format, abbiamo rivisto profondamente la strategia commerciale, a livello di assortimenti, posizionamento, pricing continuativo e promozionale, nonché l’immagine complessiva dell’insegna e del punto di vendita, per trasmettere al consumatore un’atmosfera più calda, colorata e accogliente. Senza dimenticare la convenienza.
Com’è composto l’assortimento?
Rossi: Il nostro assortimento è paragonabile a quello del leader di canale con 3.700 referenze proposte. Mentre nei freschi c’è una discreta presenza della marca, per il largo consumo confezionato (Lcc) abbiamo solo prodotti di marca privata: circa 30 per l’intero assortimento, ai quali si aggiungono una ventina di referenze di marca industriale in mercati molto concentrati con leader forte, che gestiamo con logica di servizio e Edlp. Per gli altri item, prevediamo promozioni hi-low decise centralmente. Nello stesso tempo, abbiamo razionalizzato l’assortimento grocery, presidiando meglio con i nostri marchi sia nuove categorie (come il biologico) sia quelle già esistenti dove eravamo carenti: abbiamo lanciato nostri brand nel senza glutine (Solosano) e nell’alto di gamma (L’Arte delle Specialità); nel non food, di recente abbiamo inserito la vendita su prenotazione con il click&collect su prodotti ad alta battuta.
Lucentini: La superficie dei nostri punti di vendita spazia da 200 a 1.200 mq. Si suddividono in 3 cluster in funzione della location: sottocasa da 450 mq; prossimità di 600/700 mq; e attrazione, intorno ai 1.200 mq, con preferenza per i centri urbani.
Uno dei vostri tratti distintivi è l’utilizzo del franchising . Quanto rappresenta per Iges?
Lucentini: È la nostra mission, il nostro unico e prioritario canale di sviluppo: offriamo all’imprenditore un servizio completo, dal supporto nella scelta della location alla definizione del layout e dell’assortimento, assistendo in tutti i passaggi. Per noi ogni punto di vendita necessita di una progettazione sartoriale.
Quante le nuove aperture previste nel 2017?
Lucentini: Ne abbiamo in programma una decina, come l’anno scorso. Per favorire l’ingresso di nuovi imprenditori, se necessario interveniamo direttamente all’investimento per mezzo di società partecipate da Iges, anche se l’obiettivo è cedere l’attività al nuovo imprenditore.  Oltre alle nuove aperture, svolgiamo un intenso lavoro di ristrutturazione: negli ultimi 3 anni, abbiamo coinvolto, in media, ogni anno 30-35 punti di vendita.

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Lidl Italia propone la versione premium della sua linea sportiva

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crivit-pro lidl

Crivit Pro è la versione premium della linea sportiva Crivit di Lidl Italia che ha esordito il 10 novembre. La linea sarà in vendita in tutti gli store Lidl per un periodo limitato a partire dal 30 marzo fino ad esaurimento scorte. Testimonial d’eccezione della nuova collezione è Faris Al-Sultan, triatleta tedesco di origine irachena e sei volte vincitore del Campionato del Mondo di Ironman. Lo sportivo pluripremiato ha testato i prodotti nelle situazioni più estreme e ne ha verificato con mano la tenuta e la qualità.

Il marchio Crivit propone ad un prezzo conveniente prodotti del settore dell’abbigliamento e delle attrezzature sportive per vari sport tra cui trekking, running, ciclismo. Crivit Pro è una collezione ancora più funzionale e attenta alle esigenze degli sportivi professionisti e di tutti gli appassionati che ricercano articoli di qualità superiore ad un prezzo competitivo.

Anche all’estero l’insegna ha avviato iniziative simili: in vista della maratona di Londra, Lidl UK ha lanciato una nuova linea di abbigliamento sportivo a basso costo e disponibile nella rete vendita già dal 9 marzo. La collezione conta nove pezzi e include outfit completi per uomini e donne, inclusi scarpe da ginnastica, top, leggings e canottiere, con un prezzo di vendita che varia dalle 2,79 sterline (3 euro e 40) ai 14,99 pound, circa 17 euro.

 

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Nuovo step di Amazon nel grocery con AmazonFresh Pickup

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Il possibile nuovo test di Amazon nel grocery era già stato anticipato da Geekwire, che aveva recuperato i documenti di costruzione dall’apposito dipartimento di Seattle. Ora l’ipotesi pare proprio una notizia consolidata: dopo il format Amazon Go, ancora in fase di sperimentazione con uso riservato ai dipendenti dell’azienda, il colosso dell’eCommerce si prepara a lanciare in città i primi due AmazonFresh Pickup.

Stando a quanto riportato, le due location consentiranno ai clienti di parcheggiare in apposito spazio box dove verrà loro indicato man mano lo stato di preparazione della spesa ordinata online. I consumatori dovranno quindi solo attendere che un addetto gliela consegni. Tra le opzioni a disposizioni anche quella di entrare nello shop Amazon accanto per ordinare la spesa online sul momento e attendere in apposita saletta che quest’ultima venga consegnata.

Come fanno notare alcuni, a differenza di Amazon Go non si tratta di un’innovazione inedita per il gigante di Seattle, quanto di una mossa che integra ulteriormente il business in ottica omnichannel sulla scia dei pickup già sviluppati da WalMart e Kroger.

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NAU! aumenta fatturato e rete vendita

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Cresce del 25% il fatturato di NAU! del 2016 attestandosi a 30 milioni di euro rispetto ai 24 milioni dell’esercizio precedente. Un anno in crescita per l’insegna di ottica che ha aperto in un anno 22 store creando 73 nuovi posti di lavoro. Con le aperture del 2016 la rete distributiva di NAU! ha raggiunto quota 113 store monomarca, tra negozi diretti ed in franchising. In particolare i negozi affiliati rappresentano circa il 30% del totale punti di vendita ed il rapporto fra centri commerciali e centri storici è attualmente 60 a 40.

Obiettivi futuri. La linea di azione intrapresa guarda avanti puntando sull’internazionalizzazione, pur mantenendo  l’Italia come il mercato di riferimento principale. Lo scorso anno è stato aperto il primo corner negli Stati Uniti, a Miami, il terzo punto di vendita a New Delhi, situato all’interno del centro commerciale più grande dell’India. “Nel 2017 i nostri sforzi – sottolinea il presidente e fondatore Fabrizio Brogi – saranno concentrati nel continuare il percorso di internazionalizzazione, e in tal senso la volontà è quella di espanderci anche verso gli Usa e il Canada, e nel rafforzare la nostra rete commerciale in Italia. Il tutto – conclude Brogi – continuando ad investire in innovazione e formazione, con l’obiettivo di formare persone preparate ed in grado di trasmettere con entusiasmo i tratti distintivi del nostro brand: colore, design, unicità e rispetto per l’ambiente”.

 

 

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Ovs: investimento da un milione per lo store di Roma

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Prosegue il piano di espansione e ristrutturazione della rete Ovs. L’azienda rinnova il punto di vendita di Roma, in via del Tritone, con un investimento da un milione di euro, rendendolo più moderno, con un design dalle linee pulite e con una grande attenzione all’ecosostenibilità nella scelta dei materiali. Il punto di vendita sarà aperto al pubblico il 7 aprile. In occasione dell’inaugurazione, lo store ospiterà una delle 12 tappe di Ovs – Marie Claire model search: il casting, in collaborazione con l’agenzia Brave Models, per ricercare aspiranti modelle dai 16 ai 30 anni.

Il negozio, sviluppato su 1.300 mq, è stato allestito con legno chiaro, vetro, metallo accoppiato a lastre di plexiglas colorato ed elementi di arredo concepiti come piccole architetture free-standing ad incorniciare le collezioni ideate dal team creativo di Ovs.

“Il nostro piano di nuove aperture e ristrutturazioni ogni anno coinvolge circa 100 negozi in ovs romaItalia. Lo store di via del Tritone è un punto di vendita strategico, forte di una posizione centralissima che lo rende una grande vetrina anche per i turisti che visitano Roma – dichiara il direttore generale Francesco Sama – “Per questo è stato oggetto di un investimento importante. Nella ristrutturazione abbiamo inserito due scale mobili per sfruttare al meglio l’interrato, oltre che un video wall di ultima generazione di 30 mq e un ascensore panoramico. L’intervento è stato completato utilizzando materiali ecosostenibili e sostituendo l’impianto di illuminazione con un efficiente sistema a led”.

Nel Lazio l’insegna conta 85 store di cui 39 nel Comune di Roma. Nelle scorse settimane è stato ristrutturato anche il punto di vendita in Galleria Commerciale Porta di Roma.

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Mercatone Uno, un concept in 4 stili

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Da “Universo del Risparmio” a “Uno come nessuno”. Già nel passaggio dal vecchio al nuovo payoff si può cogliere l’essenza e la strategia futura di Mercatone Uno, la catena di grandi punti di vendita dell’arredamento e della casa, in gestione commissariale da più di anno. I Commissari straordinari -Vincenzo Tassinari, Stefano Coen ed  Ermanno Sgaravato- hanno presentato a Milano il nuovo bando per la vendita. Con Gaetano Gasperini,  54 anni, napoletano di nascita e milanese d’adozione, parliamo di com’è cambiata Mercatone Uno e di qual è oggi la sua cifra in termini e di assortimento e di posizionamento di mercato. Il curriculum di Gasperini comprende  grande distribuzione e lusso: quattro anni in Standa e sedici in Gruppo Metro, in tutto vent’anni (dal 1988 al 2007) durante i quali ha maturato esperienze negli acquisti non-food in diverse posizioni (buyer, category manager, marketing manager, direttore di divisione fino a raggiungere la posizione di direttore acquisti e merchandising). In ambito “luxury” Gasperini è stato amministratore delegato di Skitsch, azienda specializzata nei mobili e accessori casa, segmento lusso/design. E nel 2010 diventa direttore strategico di Dedon, multinazionale tedesca con sede ad Amburgo, da 25 anni produttore e distributore di mobili per esterno in fascia alta.
Com’era Mercatone Uno e com’è oggi?
C’è un abisso tra l’offerta di ieri e quella attuale. Prima, Mercatone Uno non aveva un concetto di vendita ben definito e omogeneo: ricordava, con i dovuti distinguo, certi bazar cinesi stile  Aumai, che vendono un po’ di tutto, a prezzi bassi. Oggi Mercatone Uno è una catena con posizionamento ben chiaro e unitario caratterizzato dal focus su 4 mondi merceologici ben delineati: arredamenti per grandi ambienti e complementi d’arredo nei quali possono rientrare prodotti come i televisori; tessile  casa; casalinghi e, infine, gli elettrodomestici che per noi sono soprattutto i bianchi da incasso, come le cucine.
Avete ridefinito i mondi e cambiato il posizionamento?
Sì e soprattutto abbiamo introdotto un approccio più “fashion”: oggi i nostri ambienti sono connotati da 4 stili principali: classico, moderno, urban, e “shabby chic”. Mantenendo la nostra storica connotazione di convenienza, abbiamo operato un trade up legato all’allargamento dell’offerta per conquistare nuovi target di clienti.
Avete comunque mantenuto in assortimento prodotti per la casa …
Certo,  per  esempio  la  detergenza  casa che per noi ha un valore tattico: gli articoli riconducibili alla detergenza casa sono presenti in 7 scontrini su 10. Anche i casalinghi ricoprono un ruolo importante per fidelizzare i clienti. Poi abbiamo l’arredo esterno che in determinati periodi dell’anno -da aprile a luglio- diventa un 5° mondo merceologico.
Come vi collocate sul mercato generale di riferimento?
Le potenzialità sono enormi in Italia: catene come noi, Ikea, Mondo Convenienza hanno una quota del 30%. Il resto è dei piccoli operatori locali. Parliamo di un mercato al pubblico di circa 13 miliardi di cui le grandi catene realizzano circa  4 miliardi.

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Coop Alleanza 3.0 promuove un’economia sostenibile

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All’interno dell’Ipercoop Grandemilia di Modena, gestito da Coop Alleanza 3.0, è stata allestita la prima Casa dei valori, uno spazio dove acquistare articoli creativi, frutto del riuso e del recupero dei materiali. Lo spazio è aperto ai prodotti di associazioni e cooperative del territorio che favoriscono la formazione, l’inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità e in condizioni di svantaggio. L’assortimento spazia dagli accessori moda, come sciarpe e borse, a prodotti per l’arredo della casa e della cucina, con grembiuli e cestini, fino Casa_dei_valori coop alleanza 3.0alle essenze profumate per gli ambienti e ai manufatti in legno, cotone e seta. Tra gli articoli, anche le shopping bag Coop Alleanza 3.0 for Valemour, tre borse da collezione, nei colori rosso (Vento d’estate), sabbia (Sabbia bollente), blu (Oniric frozen), ideate da Fulvio Luparia insieme al figlio Mattia (MAT), che dipinge usando una sedia a rotelle attrezzata con rulli e pennelli con la quale si sposta, gira, sgomma, volteggia sulla tela. Le shopping bag sono in vendita in tutte le Coop di Modena, Reggio Emilia, Rimini e delle rispettive province. Inoltre Valemour con Laboratorio Luparia presenta una collezione di accessori moda e di arredo casa disegnati e dipinti artigianalmente tra Verona e Torino grazie alla collaborazione tra i giovani con disabilità intellettiva in formazione al lavoro e gli artisti coordinati da Fulvio Luparia.

Il nuovo angolo, ampio circa 30 metri quadrati, è un luogo di incontro tra diverse realtà che operano nel segno della solidarietà e dell’inclusione.

 

 

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Doppia apertura per Sephora

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Due beauty store a insegna Sephora saranno inaugurati rispettivamente a Milano, in Corso Buenos Aires il 29 marzo, e Verona, all’interno del centro commerciale Adigeo, il 30 marzo. Il primo si sviluppa su 500 mq, il secondo su 208.

Il nuovo store milanese avrà un Beauty Hub con otto postazioni make up all’avanguardia e varie soluzioni hi-tech. Si potranno infatti scoprire i prodotti dei brand in esclusiva sugli Ipad a disposizione dei clienti. Il primo piano del negozio sarà dedicato alla tradizionale offerta make up mentre il secondo ospita una postazione skincare in cui provare nuovi brand e una cabina in cui sperimentare vari trattamenti. Tra i servizi Sephora propone un servizio skincare innovativo grazie alla tecnologia Endermolift, che attiva naturalmente la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico della pelle. In entrambi i punti di vendita viene proposto il servizio di make-up presso il Make-up Bar.

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Benetton rafforza la rete vendita in Spagna

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Benetton

In sei mesi Benetton Group mette a segno in Spagna 15 nuove aperture. L’azienda potenzia così la propria presenza concentrandosi sulle maggiori città della penisola iberica. L’ultima in ordine di tempo è la riapertura sulla Gran Vía di Madrid del concept On Canvas di Benetton, su una delle più rappresentative vie dello shopping madrileno. La struttura è stata riaperta dopo i lavori di restauro. Il flagship store (1.000 mq), sviluppato su tre livelli, si trova all’interno del Capitol, l’edificio icona di Plaza de Callao.  L’architettura interna è pensata attorno ad una scala di metallo, che collega i tre piani dell’edificio, progettata e realizzata in Galizia in esclusiva per lo store. Anche la facciata dell’edificio è stata completamente restaurata e riportata al suo aspetto originale.

Lo store On Canvas sulla Gran Vía è il simbolo del nuovo modo di Benetton Group di intendere il negozio: un concept che mette il cliente al centro di una shopping experience fatta di design, architettura, tecnologia ed emozioni. All’interno dello store i clienti potranno trovare i capi di tutte le linee del marchio United Colors of Benetton: uomo, donna, bambino e Undercolors.

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