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Per l’industria italiana la Mdd è scelta strategica

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C’è una precisa scelta strategica da parte dell’industria verso le marche del distributore: al netto dei puristi di marca e degli specialisti copacker, le Mdd non risultano mai un ripiego e neppure rappresentano un’ultima spiaggia rivelatasi fortunata. Si tratta, al contrario, di un secondo ambito di business, in particolare per le tante Pmi su cui si fonda il tessuto produttivo italiano, che viene perseguito proattivamente e con una forte focalizzazione sui volumi. Sul mercato Lcc post crisi, il copacking non è più visto come una soluzione d’emergenza, per accrescere il livello di saturazione degli impianti di produzione e puntellare le industrie alle prese con tante difficoltà su più fronti (innalzamento costi di produzione, restringimento mercato, difficoltà di accesso al credito per investimenti). Rappresenta una formula consolidata e smart per approcciare il mercato che permette di superare le logiche del passato di contrapposizione con il trade per ottenere ricadute positive su tutte le funzioni aziendali, dalla R&S alla logistica. In ultima analisi, lavorando per gdo e discounter, le medie imprese italiane riescono a investire (e a rendere sostenibile) l’aggiornamento industriale. In questo contesto economico e in questo clima sociale, produrre Mdd è un elemento di stabilizzazione del rapporto tra industria e grandi clienti e uno stimolo a cogliere in maniera nuova  i  segnali  provenienti  dal mercato stesso. Non solo per i piccoli, ma anche per i grandi gruppi industriali con brand forti e riconosciuti dal mercato.
“Produrre prodotti Mdd oggi -dichiara Luca Pellegrini, presidente di TradeLab- non è un salvagente, non è un segnale che sancisce la difficoltà di un’azienda, ma ha sempre una  motivazione  proattiva. Quest’attività è utilizzata dalle industrie con l’obiettivo di consolidare il loro rapporto con le insegne e intessere una relazione con il trade su nuove basi”. L’attenzione della ricerca Ibc-TradeLab si è soffermata su 75 imprese di produzione, forse non statisticamente rappresentative, ma in ogni caso significative per avere uno spaccato della media impresa italiana agroalimentare (il 50% del campione fattura fra i 500 e i 100 milioni di euro). Un ulteriore parametro significativo: sono state scelte aziende che facessero sia copacking sia attività a marchio proprio. Tralasciati volutamente i puristi e gran parte degli specialisti conto terzi. Un dato che smentisce dunque la minaccia della Mdd nei confronti dell’identità aziendale: guardando al campione, il 92% delle imprese copacker inserite fornisce alla distribuzione sia i prodotti a marchio retail, sia i prodotti a marchio proprio. Segmentando questo dato, emerge un’altra valenza: ben il 55% del campione ha debuttato sugli scaffali con un prodotto branded per poi sviluppare, successivamente, anche la Mdd. “Se indaghiamo le ragioni che spingono le aziende a diventare copacker -prosegue Pellegrini- troviamo la saturazione degli impianti produttivi, di certo uno degli elementi più importanti per la produzione industriale, nei quali anche le scale minime sono importanti al fine di ottenere un risultato positivo”. “Dal nostro punto di vista -dichiara Massimo Bianco, amministratore delegato di Soavegel- diventare copacker di catene importanti ci ha spinto a confrontarci con un nuovo modo di sviluppare i prodotti, in modo congiunto. Pensiamo alle catene del frozen che operano door to door: ci spingono a un’innovazione continua della quale beneficia l’intera nostra produzione”. “Credo che fare Mdd in alcune categorie -aggiunge Giuseppe Mastrolia, Ad di Newlat, gruppo alimentare che ha una quota del 20% attribuibile all’attività di copacker- sia difficile: pensiamo alla pasta di semola, mercato estremamente inflazionato, nel quale il prezzo è l’unica variabile. Noi vogliamo andare controcorrente, proponendo ai nostri clienti un prodotto di qualità, con un pack ecosostenibile e un forte richiamo alla tradizione partenopea”. Puntando al miglioramento delle relazioni con i distributori, stazionano in fondo alla classifica della ricerca le ragioni difensive che spingono un’industria a cimentarsi nella produzione di Mdd: per esempio, il recuperare i volumi persi con l’indebolimento della marca industriale. Altro stereotipo smentito dalla ricerca TradeLab è l’aleatorietà della Mdd, in particolare l’estrema difficoltà nel mantenere relazioni di lungo termine con un trade sempre più competitivo e alla ricerca del prezzo come fattore dirimente nella scelta di questo o quel fornitore. “Colpisce -prosegue Luca Pellegrini- l’analisi della durata dell’impegno delle aziende nel comparto Mdd: ben il 43,6% del campione opera sul mercato da 20 anni e oltre, il 35,9% dai 10 ai 19 anni; solo il 5,1% produce a marchio d’insegna da meno di cinque anni. Se facciamo una media, siamo attorno ai 18 anni di attività, un tempo molto lungo specialmente in un’epoca di veloci cambiamenti”. Puntare sull’Mdd, quindi, non è una scelta tattica per tappare le falle, bensì una strategia a più ampio respiro. Lo si evince anche dalle prospettive che i copacker hanno affidato a TradeLab: secondo i dati oltre il 61% del campione si attende una crescita nel triennio 2017-2020, da contenuta a consistente, sopra il 5%. “Oggi la nostra quota è ancora bassa -spiega Roberto Bechis, managing director di Meggle Italia- attorno al 7-10%, vogliamo espanderla, ma non a tutti i costi. Ritengo che le Mdd richiedano un’attenzione e un servizio dedicato, programmazione e trasparenza. Solo rivolgendosi ad aziende che hanno nel loro patrimonio questi valori, la Mdd diviene un elemento competitivo differenziante a scaffale. Soprattutto se si possono infonderle dei valori come il bio o il 100% veg”. “Nei salumi la tipicità è un valore premiante -aggiunge Paola Spiezia, direttore commerciale dell’omonima azienda- in Italia e anche sui mercati stranieri, nei quali le tradizioni campane e del Mezzogiorno hanno una platea di consumatori ancora molto sensibile”.
I contratti fra copacker e insegne, talvolta, presentano la rottura dei rapporti di fornitura, anche se solo un terzo del campione ha dichiarato di aver sofferto di questa evenienza. Tra le cause più importanti, l’ingresso di un concorrente più aggressivo sul prezzo e la discussione con il management della catena riguardo ai margini commerciali, fattori ai quali imputare congiuntamente il 73% delle rotture in gdo e ben l’89,5% sul canale discount. Le tendenze fin qui illustrate, risultano essere più evidenti sul canale discount, che garantisce ai copacker di certo volumi di vendita più elevati, ma margini ridotti rispetto alla gdo e una maggiore tensione sul prezzo, quale elemento competitivo. L’aspetto positivo che viene sottolineato dagli industriali è la più solida competenza produttiva che la controparte discount mette in campo: nella definizione del prodotto da portare a scaffale viene posta maggiore attenzione strategica, seguendo un percorso gradito dal produttore, rendendo il risultato finale meno aggredibile dai concorrenti.
Su entrambi i canali è poco diffuso in ogni caso il fornitore unico: in oltre l’80% del campione i contratti sono condivisi. Tra le motivazioni per questa scelta, sono a pari merito quelle di carattere produttivo “garantirsi un fornitore di riserva” e quelle sul prezzo, con una certa competizione stimolata tra i due copacker, in particolar modo sul canale discount. “In generale -aggiunge Pellegrini- pensiamo che Idm e Mdd hanno due approcci negoziali differenti tra loro: estremizzando, nel primo caso dopo la contrattazione il prodotto va inserito in una scala prezzi, nel secondo caso il prodotto è la scala prezzi”. E questo suona ancor più vero sul canale discount, nel quale la Mdd in alcune categorie è l’unica alternativa. “Uno degli aspetti che differenziano l’essere copacker per catene italiane e straniere -dichiara Sante Ludovico, amministratore unico di La Pizza +1 (35% del fatturato Mdd tra Italia ed Europa)- sono i volumi: diverso è servire una catena come Auchan (che solo in Francia ha 450 iper) o il frammentato settore distributivo italiano. Altro elemento in gioco è la qualità della contrattazione: in Italia si dialoga con più figure”.
Non è più un’eresia parlare di innovazione di prodotto quando si prende in esame la Mdd. Tuttavia, secondo alcuni copacker, il trasferimento coatto dell’innovazione di prodotto, dalla marca alla Mdd, ridurrebbe l’efficacia dell’innovazione stessa. Quasi il 25% degli intervistati da TradeLab concorda con questa visione egemonica del trade nel suo rapporto con l’industria. Una fetta più ampia del campione, tuttavia, ritiene che non sia il trasferimento rapido dell’innovazione dall’Idm alla Mdd a pregiudicarne la redditività, bensì che sia l’aggressività dei competitor a contrarne lo spazio di espansione potenziale. “Lavorare con le catene distributive di tutto il mondo -dichiara Luca Zocca, marketing manager di Pedon- porta un duplice beneficio al nostro business: espandiamo il mercato ed entriamo in contatto con realtà, stili di consumo, pack differenti. Tutti concetti che possiamo, successivamente, introdurre in Italia. La richiesta di innovazione da parte dei retailer stranieri spesso ci spinge a migliorare ed evolvere su molti fronti: abbiamo sviluppato un pack realizzato a partire dagli scarti di legumi che è poi stato adottato da Waitrose per tutti i suoi prodotti secchi”.

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Unieuro lancia la promozione Passione Casa

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cover unieuro

Passione Casa è il nuovo appuntamento dedicato ai consumatori Unieuro che desiderano rinnovare i propri elettrodomestici. L’insegna lancia infatti dall’1 al 23 marzo la promozione valida in tutti i punti di vendita aderenti e sul sito unieuro.it a cui si può accedere acquistando uno degli elettrodomestici coinvolti nell’attività promozionale come lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, frigoriferi, forni, piani cottura e climatizzatori. Si riceverà in regalo uno smart TV Hitachi Full HD da 43’’, del valore di 499 euro. Nel volantino sono previsti inoltre sconti su articoli di tutte le altre categorie merceologiche. A supporto della nuova edizione di Passione Casa è prevista una campagna di comunicazione TV e radio.

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Penny Market sostiene la Community #Noncifermanessuno

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penny market dona un sorriso 1

Il progetto #Noncifermanessuno, ideato da Luca Abete, ha l’obiettivo di fornire una porzione di riso per ogni interazione dei clienti sul sito della Community #Noncifermanessuno. Banco Alimentare ne è partner e da quest’anno gode del sostegno di Penny Market che lancia l’iniziativa Dona un SorRISO!. L’insegna regalerà, infatti, un pacco di riso per ogni interazione degli utenti/studenti registrati al sito della Community. L’obiettivo del progetto ideato nel 2014 è raggiungere 15.000 kg di riso, pari a 150.000 porzioni.

“Questo progetto nasce dalla voglia di motivare e spronare i giovani d’oggi per permettergli di affrontare al meglio le difficoltà e penny market dona un sorriso 2realizzarsi non solo a livello universitario ma anche personale. – afferma Luca Abete – Come tutti gli anni mi impegnerò per donare loro il giusto entusiasmo e sono sicuro che tutti i ragazzi, a loro volta, si impegneranno per donare un SorRISO! con Penny Market. È bello sapere che ci sono aziende in Italia che non solo credono in noi ma si impegnano anche per dare un contributo concreto alle persone meno fortunate”. Il CFO di Penny Market Italia, Roberto Fagnani, aggiunge: “Da diversi anni sosteniamo con molte iniziative, sia locali che nazionali, il Banco Alimentare e questo progetto non solo ci è sembrato da subito in linea con i valori del nostro marchio ma ci permette anche di contribuire alla crescita sociale del nostro Paese.”

 

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Leroy Merlin promuove la responsabilità sociale d’impresa

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Leroy Merlin

L’insegna del fai da te, Leroy Merlin, ha presentato in occasione della tappa torinese del Salone della CSR, che si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino, tre progetti legati alla responsabilità sociale e ambientale d’impresa.  “Il Salone della CSR è l’evento di settore più importante in Italia, e siamo molto felici di prendervi parte quest’anno

Luca Pereno, coordinatore sviluppo sostenibile di Leroy Merlin Italia

Luca Pereno, coordinatore sviluppo sostenibile di Leroy Merlin Italia

– dichiara Luca Pereno, coordinatore sviluppo sostenibile di Leroy Merlin Italia. – Proprio un territorio fertile come quello di Torino ci ha permesso di lavorare in maniera efficiente e incisiva con partner locali accreditati, con cui abbiamo stretto delle collaborazioni importanti. I progetti che presentiamo sono una parte rappresentativa del nostro più ampio calendario di iniziative CSR a livello nazionale, tutte accomunate dal desiderio di garantire a tutti una casa bella, sana e che aiuti a risparmiare”.

I progetti. L’azienda francese ha promosso il progetto Orto Fai da Noi, il primo orto di comunità creato  in collaborazione con l’associazione Orti Alti che sarà attivato nel punto di vendita di Torino Giulio Cesare, dove un ampio terreno incolto di proprietà del negozio verrà trasformato in un grande orto urbano. L’area infatti sarà suddivisa in 20 appezzamenti destinati ad altrettante famiglie, che avranno a disposizione cassoni in legno per coltivare ortaggi ed erbe e una cassetta per il ricovero degli attrezzi. Le aree comuni saranno allestite con tavoli e altri arredi per favorire i momenti di incontro e per dare spazio a numerose attività di formazione sull’orticultura, rivolte soprattutto alle scuole. Le iscrizioni, aperte a tutti, saranno attive dal 1 marzo 2017 compilando il form al link: csr.leroymerlin.it/ambiente/orto-fai-da-noi/.

Il secondo progetto riguarda la Lotta alla povertà energetica, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino.  I ricercatori del Politecnico e dell’Università individueranno con Caritas un campione di 100 famiglie le cui bollette energetiche sono in parte o del tutto pagate dai servizi Caritas piemontesi. Questi ultimi invieranno i propri volontari, precedentemente formati, per fornire consulenza su come risparmiare energia nella vita quotidiana e per mettere a disposizione dei nuclei famigliari, per un periodo non inferiore a un anno, un kit di dispositivi per il risparmio energetico commercializzati da Leroy Merlin e di facile installazione. Al termine del periodo di sperimentazione verranno raccolte ed esaminate le bollette energetiche per verificare le effettive riduzioni dei consumi.

Ultimo dei tre progetti è la ristrutturazione di Casa Speranza, in partnership con CISV Torino, situata all’interno della Parrocchia Maria Santissima Speranza Nostra di via Ceresole, che ospiterà nelle prossime settimane 12 migranti richiedenti asilo. Questo progetto comprende lavori di rifacimento importanti che coinvolgono la ristrutturazione dei bagni, la messa a norma dell’impianto elettrico e l’imbiancatura per creare così 6 camere da letto e aree comuni.

 

 

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Al Supermercato del Futuro di Coop si paga con il cellulare

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supermercato del futuro coop

La tecnologia mobile fa il suo ingresso al Supermercato del Futuro di Coop Lombardia dove viene introdotta la possibilità di pagare con lo smartphone grazie all’ App Mobysign, un mobile payment non legato a nessuno esercente, carrier telefonico, banca, tipo di dispositivo, circuito di pagamento.

Mobysign. L’app utilizzata all’interno dello store Coop viene integrata in pochi passaggi da altre App, siti eCommerce, portali di home banking e sistemi cassa e consente agli utenti di uscire di casa solo con il cellulare, fare la spesa come se si avesse il portafogli, dimenticando i pin delle diverse carte. Basta infatti confermare il pagamento sullo smartphone con l’impronta digitale o digitando un pin unico scelto in fase di registrazione, valido per tutti i mezzi di pagamento disponibili per l’utente. L’App Mobysign è scaricabile dai principali store. Perché sia valida bisogna registrare una carta di credito o debito, giftcard, loyalty e il giorno dopo  l’Iban per gli instant payment. Al Supermercato del Futuro l’innesco della transazione avviene leggendo un QRcode alla cassa; Mobysign in generale offre anche altre modalità, come l’esibizione di un barcode, la digitazione di un numero di telefono o nickname, ed altre ancora. Secondo il CEO di Mobysign, Antonio Bonsignore: “L’App Mobysign ha anticipato i concept della PSD2 ed ha al suo attivo diversi brevetti per la autenticazione del cliente finale, validi in tutta Europa per i più elevati livelli di sicurezza e per l’utilizzo delle più moderne tecnologie in ambito mobile.”

 

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Conad Sapori e Dintorni di Venezia si rinnova

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Conad-Sapori-Dintorni

Si rifà il look il negozio Conad Sapori e Dintorni del Lido, a Venezia, riaperto dopo i lavori di adeguamento. Il punto di vendita, gestito dalla società Insieme,  occupa sessanta dipendenti.

I lavori di ammodernamento hanno permesso di inserire un nuovo reparto pescheria con banco servito, che completa la proposta commerciale del negozio. Sono stati potenziati i reparti freschi. In gastronomia è stato introdotto il reparto friggitoria e ampliata la proposta commerciale di gastronomia calda con diverse soluzioni pronte per il pranzo e la cena. Anche l’impianto di illuminazione è stato rinnovato e adeguato alle moderne tecnologie ecosostenibili.

 

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SkinLabo e ProfumeriaWeb vanno a nozze

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Angelo_Muratore ceo di skinlabo

SkinLabo, brand italiano di cosmetica nativo digitale, creato nel 2016, sceglie come partner distributivo di riferimento in ambito beauty ProfumeriaWeb, eCommerce per la vendita di profumi, cosmetici e prodotti di bellezza a prezzi vantaggiosi. La partnership consentirà a SkinLabo di perseguire al meglio la mission che ne rappresenta la filosofia di business: offrire cosmesi di qualità premium a prezzi competitivi, grazie proprio alla distribuzione esclusivamente online.

“ProfumeriaWeb rappresenta il partner ideale per un brand come SkinLabo che cavalca il trend del mercato e si posiziona come Alice Farella Monti 2primo brand full beauty made in Italy distribuito esclusivamente online. – dichiara Angelo Muratore, Ceo di SkinLabo – Recenti studi mostrano come il valore degli acquisti online in ambito beauty abbia superato lo scorso anno i 170 milioni di euro, con un aumento del +22% rispetto all’anno precedente. A fronte dei molti indicatori che suggeriscono per i prossimi anni un tasso di crescita ancora superiore alla media, SkinLabo persegue i suoi obiettivi di crescita puntando tutto su un modello di business audace ed essenziale: eliminare tutto il superfluo e puntare sulla qualità premium del prodotto e sull’accesso democratico alla bellezza, grazie a un canale distributivo innovativo come l’eCommerce.” Alice Farella Monti, Chief Operating Officer di SkinLabo, aggiunge: “Su ProfumeriaWeb sono disponibili oltre 8.000 prodotti, fortemente scontati e consegnati in 2/3 giorni lavorativi dall’ordine. Entrare a far parte di una rete vendita così strutturata, con all’attivo più di 120.000 clienti e oltre 600.000 visite solo a dicembre scorso, rappresenta per SkinLabo una vetrina davvero eccellente”.

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Conad Centro Nord: focus sulle categorie

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Tione Dao Conad

Attiva in Lombardia e nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, Conad Centro Nord è una delle 8 cooperative associate al consorzio nazionale Conad. Associa 436 imprenditori con oltre 240 punti di vendita tra diretti e affiliati/associati con quota di mercato del 6,49%. La cooperativa sta riorganizzando la struttura acquisti per focalizzarla sul category management, per mettere al centro la categoria. Questo processo durerà per il prossimo biennio, come spiega Stefano Ferrari, vice direttore commerciale e marketing di Conad Centro Nord.

A quale modello organizzativo tende Conad Centro Nord?
Il modello organizzativo che si vuole portare avanti è quello che riunisce in un’unica figura il ruolo di buyer e category, per porre al centro della negoziazione la categoria, e non, come una volta, il fornitore. Il category avrà la responsabilità dei margini dei prodotti di una categoria ed è un processo ormai inevitabile perché legato al nuovo progetto assortimentale di Conad. L’aspetto positivo consiste in una struttura più leggera rispetto ad altri modelli organizzativi che separano l’attività di category da quella di buying, con una figura, quella del category, dallo sguardo più ampio e con più margini d’azione, e con attenzione prevalente alle vendite.

Che ruolo ha la marca del distributore?
La marca del distributore è prioritaria e fondamentale per costruire la categoria, perché l’assortimento fa parte della relazione con il cliente, ne è il punto di partenza, con ruolo economico e di distintività per l’insegna. Riteniamo questa nuova organizzazione molto più logica, anche perché questo approccio è già in atto da qualche anno a livello nazionale.

Qual è la gerarchia nella definizione degli assortimenti?
L’approccio per categorie è partito dalla Centrale:  l’assortimento Lcc è per il 70-75% definito su base nazionale, per il rimanente 25-30% su base locale, con differenze anche rilevanti a seconda delle categorie e tenendo in considerazione la possibilità di opportunità negoziali con l’industria. Nelle marche del distributore l’assortimento è omogeneo su tutto il territorio con scelte locali molto limitate: per esempio, i formati della pasta oppure il vino. Gli assortimenti sono definiti dalla Centrale in 4 declinazioni, corrispondenti ai canali Ipermercato, Superstore, Conad e City. La novità a livello locale è il passaggio da una gestione molto orientata al magazzino a una logica di vendita, quindi di punto di vendita con il nuovo progetto di Assortimento Obbligatorio a PuntoVendita.

In che cosa consiste quindi il ruolo del category?
Stiamo lavorando su 7 cluster assortimentali, o punti di vendita ideali, “spacchettando” l’assortimento definito a livello nazionale: per esempio, l canale Conad  (600 -1.500 mq), si divide a sua volta  in 3 tipologie: il ruolo del category consiste appunto nel definire e classificare quel 25-30% di quota locale dell’assortimento. I suoi strumenti sono le linee guida assortimentali della Centrale, le indicazioni strategiche e il patrimonio informativo di cui dispone; inoltre il category si interfaccia con un’altra funzione di recente costituzione e nella quale lavorano 3 addetti, quella dei planogrammi, utile perché le referenze trovino poi collocazione su un display coerente alle strategie espositive e linee guida definite. Il magazzino appena avviato sarà il risultato di tutti questi elementi, a favore di una maggiore omogeneità della rete. L’obiettivo è far evolvere il ruolo dei category, anche individuando un percorso mentale “comune, omogeneo” e strumenti operativi standard.

E la distintività?
Probabilmente è la sfida più complessa del progetto e dell’evoluzione richiesta ai category. La marca del distributore è il primo mezzo, ma distintività significa anche “asciugare” la parte mainstream del mercato, dove gli attori si sono moltiplicati solo per motivi tattici e non quindi indispensabili per il consumatore.  Mantenendo la leggibilità della scala prezzi occorre operare sui segmenti premium, che aggiungono valore e varietà all’assortimento, migliorando vendite e redditività dello scaffale.

Parliamo di prezzi e promozioni
La struttura assortimentale è assimilabile a un rombo con dimensione marginale di primo prezzo e premium price, e con la parte mainstream dominante; ma tende ad assumere la forma del triangolo, dove viene marginalizzato il primo prezzo (anche  in seguito alla politica Edlp basata sulle Private Label) e cresce il vertice cioè il segmento premium, che include le nuove tendenze di consumo. Alcune categorie andranno razionalizzate, altre ampliate. L’indirizzo strategico di Conad punta a ridimensionare la promozionalità, destinando risorse al posizionamento quotidiano. Anche le marche dovranno adeguarsi al percorso delle private label, passate dagli anni del “Bis” all’attuale claim “Bassi e Fissi”. È un percorso graduale rallentato dal fatto che mentre il continuativo viene letto dal consumatore nel medio termine, la diminuzione della promozionalità mostra immediatamente i suoi effetti sulle vendite.

Le conseguenze sulla contrattazione con l’industria?
Se il category dovrà massimizzare la resa economica degli spazi, in base al ruolo della categoria, puntando su vendita (categorie di traffico) e redditività (categorie di servizio), allora nella contrattazione la responsabilità del successo (o dell’insuccesso) di un prodotto ricadrà prevalentemente sull’industria, la quale, anche grazie a un rapporto più trasparente con la distribuzione, dovrà proporre prodotti che diano un valore aggiunto al distributore. Il percorso però è ancora lungo.

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Consorzio Sun: obiettivi per la crescita

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Consorzio sun

 

Si prospetta un anno in crescita per le aziende del consorzio Sun (Supermercati uniti nazionali) che contano su un aumento di fatturato consistente: sono infatti passate da 1,09 miliardi del 2011 ai 2,66 miliardi del 2016 e per il 2017 si ipotizza una cifra pari a 2,79 miliardi. In crescita esponenziale anche la rete vendita che nel 2011 contava 296 punti di vendita e oggi opera con 595 che nel corso del 2017 diventeranno 626.

Lo sviluppo sul territorio. Sono infatti previste 31 nuove aperture tra cui due superstore, 23 supermercati , Presidente_marco_odolinisei superette, cui si aggiungono oltre 18 ristrutturazioni di punti di vendita già attivi.  Marco Odolini, presidente del consorzio Sun, spiega: “Nel corso del 2017 continuerà il presidio nelle rispettive aree di competenza e di operatività degli attuali soci del Sun, ovvero nel nord e centro Italia. Vogliamo infatti presidiare le aree dove operiamo e ampliare la nostra penetrazione in nuove zone”.

Tra gli obiettivi prioritari,  la volontà di aumentare la quota di mercato che, oggi, a livello nazionale, si attesta al 3,3% e dovrebbe raggiungere il 3,5% entro fine anno, specchio delle performance dei diversi soci a livello territoriale. In alcune aree, infatti, alcuni soci del consorzio rappresentano una quota intorno Consilia Consorzio Sunal 17,3% (come in Lazio), mentre in altre regioni (come Marche, Abruzzo e Molise) è pari al 13,3%.

Centrale anche lo sviluppo della marca del distributore Consilia, la cui quota sulle vendite dei soci ha avuto, nel 2016, un’incidenza del 14,6%. Anche in questo settore si prevede una crescita. “A valore l’incidenza sulle vendite di Consilia è stata pari al 9%, registrando un incremento del 24,2 rispetto all’anno precedente -chiarisce il direttore generale Stefano Rango-. Risultato legati senza dubbio anche all’aumento dei livelli qualitativi dei prodotti”. Una strada su cui lavorare visto che aggiunge: “Nel 2017 i nostri prodotti saranno realizzati senza l’utilizzo di olio di palma”.

 

 

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Focelda amplia la rete

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Si inaugura un nuovo cash&carry Focelda a Roma nord. L’azienda specializzata nella distribuzione prodotti di informatica apre infatti il 9 marzo un nuovo store in via Boccea 307/A sviluppato su una superficie di 250 metri quadrati, con 6 postazioni di lavoro, 4 addetti vendita, 2 casse e un ufficio assistenza. La struttura conta 5000 referenze e 80 marchi rappresentati.

“È un segnale positivo che diamo al mercato –  afferma Michele Palmese,  CEO di Focelda –  Dopo aver chiuso  il 2016 con  il fatturato  in crescita e registrato un trend positivo negli ultimi anni, continua l’investimento della nostra azienda, in controtendenza con gli attuali scenari di mercato.   Siamo determinati nel perseguire il nostro obiettivo di rappresentare per i nostri clienti un partner distributivo di riferimento in grado di proporre sempre nuove offerte ed esclusivi servizi dedicati”.

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Adhoc si consolida in Campania

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adhoc

Il Cash&carry di Multicedi a insegna Adhoc rafforza la sua presenza in Campania e inaugura il 6 marzo il suo sesto store nella regione, aperto a Volla (Na) via De Carolis 55/57. Il punto di vendita si estende su una superficie di 5000 mq di area di vendita e dispone di 10.000 mq di parcheggio.

Per il marchio Adhoc si tratta della sesta apertura in Campania, dopo Vitulazio e Orta di Atella in provincia di Caserta, San Sebastiano al Vesuvio, Castellammare di Stabia e Napoli, in provincia di Napoli. La famiglia Festante, proprietaria del cash&carry Adhoc Volla, commenta: “Il successo del nostro format si deve alla capacità di offrire un contributo su misura per i clienti, fornendo anche quanto di meglio in termini di referenze sia a livello locale che nazionale oltre che momenti di formazione attraverso la condivisione del know how da parte di affermati operatori del settore”.

 

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Carrefour Italia modifica gli assortimenti

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uova carrefour italia

I negozi delle insegne del gruppo Carrefour Italia, ossia Carrefour Market, Express, Iper, DocksMarket e GrossIper, non commercializzeranno più uova prodotte da galline allevate in gabbia né pesce Pangasio. La decisione di tenere in assortimento soltanto uova prodotte da galline allevate a terra viene motivata in una nota in cui l’azienda spiega che: “L’utilizzo di gabbie nell’allevamento di galline ovaiole, seppur consentito dalla legge, non è ritenuto da Carrefour un sistema in linea con gli standard di qualità della vita animale in quanto spazi ridotti, costrizione fisica e strutture metalliche non permettono agli animali di compiere movimenti e adottare comportamenti naturali”.

Secondo quanto tiene a sottolineare il gruppo: “Le uova a marchio Carrefour e le uova sfuse del settore PFT (Prodotti Freschi Tradizionali) provengono da allevamenti a terra, all’aperto o biologici. Con la decisione comunicata oggi Carrefour Italia mette in atto quest’iniziativa anche ai prodotti a marchio nazionale del reparto PLS (Prodotti Libero Servizio) rendendo così l’offerta di uova completamente sostenibile e attenta alla qualità della vita degli animali”.

Per quanto riguarda il pesce Pangasio Carrefour chiosa: “La decisione vuole essere una risposta alle esigenze della clientela preoccupata in particolare per il possibile profilo nutrizionale inferiore a quello di altri prodotti ittici”.

 

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Unieuro potenzia la rete vendita

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Unieuro

Il piano di sviluppo di Unieuro prevede nel mese di marzo nuove aperture, dirette e in affiliazione,  e ristrutturazioni in tutta Italia. “Le nuove aperture permettono a Unieuro di presidiare il territorio in modo sempre più capillare – sottolinea Luigi Fusco, chief operating officer Unieuro – nell’ottica di essere sempre più vicini alle esigenze della clientela. Ma l’impegno dell’insegna sta diventando anche l’impegno di un numero sempre in crescita di imprenditori locali, a conferma della solidità del nostro programma di affiliazione. Insieme possiamo offrire un servizio migliore e negozi sempre più belli”. Per festeggiare le aperture e i restyling l’insegna dedica volantini dedicati con sconti fino al 50% su tutti gli elettrodomestici da libera installazione e incasso e su tutti i climatizzatori.

Le aperture in programma. Il 4 marzo a Reggio Emilia verrà inaugurato il negozio in viale Martiri di Tien An Men, 2 che sostituisce lo store di via F.lli Cervi 36. Saranno soggetti a restyling invece i punti di vendita di Prato, in via Berlinguer, e di Settimo Torinese in via Pier Luigi Nervi 12/14. Saranno cinque i nuovi punti di vendita affiliati che apriranno a marzo: il 16 marzo aprirà lo store di Gallicano, in via di Fondovalle, esteso su 800 metri quadrati, seguirà Carbonia (600 mq) in via della Stazione. Completano il piano di aperture i due Unieuro City a Iglesias, in via Monsignor Saba, e a Senise, in zona Mercato area Artigianale. E infine il 24 marzo si inaugura un Unieuro City a Terni, in via del Modiolo 1, all’interno del centro commerciale Le Fontane. Saranno riaperti dopo i lavori di ristrutturazione inoltre i negozi degli affiliati di Palestrina (RM), e gli Unieuro City di Goro (Fe) e Motta di Livenza (TV).

 

 

 

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Trony si espande a Viareggio

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trony viareggio

Si consolida il progetto di sviluppo di affiliazione della Bellanti S.p.a. che inaugura a Viareggio, in via Marco Polo, un nuovo punto di vendita Trony, esteso su una superficie di 1.500 mq. Lo store, che impiega 25 addetti coordinati dal direttore Francesco Galeazzi, propone un assortimento di circa 12.000 item e dispone di un parcheggio da 300 posti auto.  Il locale, sviluppato su pianta rettangolare, presenta come primo reparto all’ingresso quello dedicato ai televisori. Tra i vari servizi offre consegna a domicilio e installazione elettrodomestici.

Trony, che quest’anno festeggia 20 anni di attività, con questa nuova apertura porta il numero complessivo dei propri negozi in Italia a 203, cui si aggiungono 2 Mini Trony, inaugurati il 20 ottobre, per un totale di 205 strutture.

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Cortilia amplia assortimenti e orari di consegna

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Cortilia

Cortilia, il mercato online per fare la spesa di prodotti agroalimentari, promuove la linea beauty che comprende prodotti per viso, corpo e capelli completamente naturali, forniti da piccoli produttori che seguono fasi di lavorazione naturali, evitando i test sugli animali, nel rispetto di scelte ecosostenibili. Tra i prodotti disponibili sulla piattaforma è possibile trovare quasi 30 referenze specifiche per la cura di corpo, viso e capelli.

Nuovi orari di consegna. Per facilitare la spesa dei clienti, Cortilia, ha esteso le fasce orarie di consegna a Milano, per cui sarà possibile ricevere la spesa a casa anche tra le 7,00 e le 8,00 del mattino e tra le 21,30 e le 22,30. Il servizio di consegna di Cortilia informa i suoi clienti con un giorno di anticipo dell’orario preciso in cui la spesa giungerà a destinazione. Al servizio si può accedere attraverso l’app o la piattaforma in versione desktop. La consegna a domicilio si può avere negli orari concordati, incluso il sabato fino alle 18,00 a Torino e Milano.

Lo sviluppo. Attualmente, il servizio di Cortilia è diffuso in Lombardia (nelle province di Milano, Monza e Brianza, Varese, Como, Pavia, Lodi e Bergamo), in Piemonte (nella provincia di Novara e a Torino) e in Emilia-Romagna (Bologna, Modena), con l’obiettivo di espandersi in futuro. Cortilia intende diventare un punto di riferimento per la spesa online a livello nazionale ed espandersi quindi in Europa, promuovendo un modello globale di acquisti consapevoli.

 

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Esselunga premia i clienti con la cosmesi naturale francese

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jonzac a esselunga

Esselunga propone in esclusiva fino al 31 marzo una nuova promozione che vede protagonisti i prodotti del brand Jonzac, certificati bio. La meccanica prevede che, per ogni confezione acquistata, si potranno accumulare 50 punti fragola sulla fidelity card. La promozione è riservata ai possessori di Carta Fidaty che potranno verificare, entro 48 ore dall’acquisto, l’accredito dei punti.

Il brand francese Jonzac,  marchio del gruppo Lea Nature che comprende articoli certificati biologici CosmeBio, propone una gamma di 21 referenze. Si tratta di una linea di cosmetici naturali con proprietà rigeneranti, lenitive e antinfiammatorie: i prodotti, infatti, sono a base di pura acqua termale filtrata per oltre 40.000 anni attraverso rocce sotterranee a 1850 metri di profondità.

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Il Viaggiator Goloso arriva a Seriate

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il viaggiator goloso seriate 1

Prosegue la partnership intra group tra Iper, La grande i e il Viaggiator Goloso, brand premium di Unes, che potenzia la sua presenza sul territorio inaugurando un nuovo shop in shop all’interno dell’ipermercato del Gruppo Finiper di Seriate (Bg), di via Brusaporto 41, locomotiva alimentare del centro commerciale Le Valli.

Il nuovo spazio il Viaggiator Goloso si estende su una superficie di 140 metri quadrati. Soltanto poche settimane fa l’insegna il viaggiator goloso seriateaveva ampliato e consolidato la sua presenza all’interno del centro commerciale Il Centro di Arese (Mi). Le ultime aperture dell’insegna rendono concreto il progetto di sviluppo di Unes che intende dare ampia autonomia al brand la cui filosofia trova sintesi nel claim Il luogo del cibo felice.  Secondo quanto spiega Mario Gasbarrino, presidente e amministratore delegato di Unes Supermercati: “Lo store propone la selezione del meglio, al prezzo più giusto, di brand che possiedono una storia, in termini di  provenienza, territori e culture, che meriti di essere narrata”.

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EuroShop 2017 – Fujitsu aiuta i retailer europei a ridisegnare lo store

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In occasione della fiera Euroshop 2017, in programma dal 5 al 9 marzo a Düsseldorf (stand Fujistu: Pad. 6, stand #E75), Fujitsu ha annunciato la disponibilità europea della nuova versione della soluzione Retail Engagement Analytics (Rea). Rea 2.0 è progettata per permettere ai retailer dotati di punti vendita fisici di combinare dati provenienti da più fonti per ottenere insight in tempo reale sul comportamento degli acquirenti all’interno dei negozi allo scopo di razionalizzare le operazioni, perfezionare la shopper experience e migliorare la bottom line.

Una risposta studiata per la domanda crescente di shopping on line
Un pubblico sempre più connesso ed esperto di tecnologia ha portato a una crescita significativa dello shopping online, e i retailer che operano sul Web si sono abituati a sfruttare l’enorme patrimonio di dati relativi ai comportamenti degli acquirenti per ottimizzare costantemente le proprie offerte. Mentre ogni login a un sito Web, ogni click e ogni acquisto vengono analizzati online, i retailer che possiedono negozi convenzionali -dove ancora oggi si verifica la maggior parte degli acquisti- hanno a disposizione assai meno informazioni utili per aiutare a massimizzare le vendite. La nuova versione della soluzione Fujitsu Retail Engagement Analytics è studiata proprio per riportare questa situazione in equilibrio.

Flusso dati da più fonti
La soluzione Fujitsu acquisisce l’output di più fonti, per esempio dalle telecamere e dagli access point wi-fi dei negozi, unendolo a quello dei Pos, ai dati provenienti da altri punti vendita e formati di negozio oltre che a intelligence esterna come, ad esempio, le informazioni meteo. I risultati in tempo reale vengono quindi presentati all’interno di un cruscotto con mappe di calore e report intuitivi che visualizzano le principali metriche di un negozio come il numero di clienti nuovi e di ritorno, il numero di clienti per orario e settore, e il tempo medio di permanenza degli acquirenti in ciascun negozio. La Flow Discovery Technology, un brevetto Fujitsu, permette inoltre a Rea 2.0 di identificare i percorsi più frequentemente seguiti dai clienti all’interno dei punti vendita. Allo stesso tempo, mappe di calore visualizzano le aree del negozio che attirano maggior traffico in ogni dato orario. Tutti questi dati permettono ai retailer di identificare immediatamente le aree di un punto vendita che possono essere migliorate per mezzo di modifiche del layout, per esempio ottimizzando la disposizione dei locali per facilitare il flusso dei clienti o migliorare il posizionamento dei prodotti per promuovere le vendite. Il sistema può persino inviare allarmi automatici al personale di negozio per spostarlo dove occorre maggiormente.

Soluzione di comunicazione portatile Fujitsu U-Scan
Il sistema Fujitsu U-Scan self checkout può ora essere connesso ad alcuni selezionati smartwatch per fornire allarmi istantanei allo staff che si trova all’interno del negozio. La soluzione, che rientra nel concept Fujitsu Connected Retail è la prima nel suo genere e viene appunto presentata per la prima volta in Europa in occasione di EuroShop 2017. La soluzione Fujitsu fornisce a tutto personale presente nel negozio l’accesso istantaneo ad aggiornamenti e messaggi importanti in modo da ridurre i tempi di risposta e assicurare che l’intero negozio possa funzionare senza intoppi e svolgere al meglio il suo servizio nei confronti della clientela. Il software può essere configurato per inviare automaticamente o manualmente allarmi in modalità push agli smartwatch direttamente dai sistemi Sco Fujitsu.

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Iper, La grande i sostiene San Patrignano

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immagine campagna solidale

L’impegno di Iper, La grande i in favore del sociale si concretizza attraverso il sostegno verso iniziative come quella attiva fino al 2 aprile. Per i nostri figli è la campagna sviluppata al fianco della Comunità di San Patrignano che prevede una raccolta fondi. Nel periodo di durata dell’iniziativa, alle casse dei punti di vendita dell’insegna sarà possibile donare 2 euro a favore della struttura che dal 1978 opera gratuitamente nel recupero e reinserimento di giovani con problemi di dipendenza.

Tra gli obiettivi della campagna c’è la riqualificazione e l’ampliamento dei due centri per minori presenti a San Patrignano. Lo scorso anno la raccolta ha raggiunto la cifra di 63.660 di euro.

L’aiuto di Iper, La grande i consiste anche nell’inserimento in assortimento dei prodotti agroalimentari realizzati nella filiera integrata della Comunità.

 

 

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Target: 7 miliardi per il restyling della rete

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Target store minneapolis

Il piano di rinnovamento del brand Target prevede un investimento da 7 miliardi di dollari in tre anni. La cifra permetterà il restyling degli store e il lancio di nuove linee.  Brian Cornell, Ceo del retailer, spiega: “Stiamo programmando l’inizio di una nuova era del retailing”.

Il piano di sviluppo. La ristrutturazione della rete vendita prevede il rinnovamento di più di 600 store entro il 2019, che saranno ridisegnati dando maggiore spazio per lo storytelling moda e i servizi digitali. Le nuove aperture saranno invece 100 e si tratterà di strutture di piccole dimensioni che saranno aperte nelle città e nei campus universitari, di cui 30 saranno inaugurato nel 2017.

Le nuove linee. Target lancerà oltre 12 brand nei prossimi due anni che dovrebbero portare in dote all’insegna circa 10 miliardi di dollari di vendite. Nel 2016 il retailer ha riportato vendite nette in calo del 5,8% a 69 miliardi di dollari.

 

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